«Vighizzolo d’Este (Vighisol in veneto) è un comune italiano di 924 abitanti della provincia di Padova in Veneto» ci ricorda Wikipedia che aggiunge: «Le origini sono molto antiche, il nome sembra che derivi da “Viculus” ovvero piccolo villaggio». E che sia piccolo non vi sono dubbi. Ma non è questo il punto. Purtroppo non è un luogo che ti rimane in mente per la bellezza, anonimo come tanti altri paesi e paesini sparsi un po’ ovunque.
Ne scrivo dopo avere ascoltato Chiara Quaglia a Pastry Best, la recente e ultima iniziativa del molino che porta il suo cognome, un Molino Quaglia che li è nato e lì prospera. Nell’accogliere i partecipanti, ha detto che avrebbe voluto tanto farlo in una scuola tutta nuova, ampliata e ripensata, sempre all’interno di quello che a lungo è stata la loro fabbrica, prima di trasferirsi in una struttura più complessa al di là della strada, funzionale e grande, anche più della chiesa principale. La foto aiuta, la vecchia struttura è tutta sulla sinistra, la nuova quella al centro.
E allora? Allora la scuola è ancora così com’era perché manca il benestare della burocrazia locale. E da mesi: «Ci troviamo nel centro storico di Vighizzolo e questo complica tutto», l’amara verità. Se io fossi in chi deve apporre i timbri giusti mi vergognerei ad accampare una simile scusa. Mai avrei immaginato Vighizzolo d’Este avesse un centro storico. Solo la criminale burocrazia italiana può tirare fuori un simile pretesto per giustifica la sua esistenza e creare problemi a chi per davvero lavora.