Non vedo letteralmente l’ora arrivi giugno per potere recarmi, in auto da Milano, sull’isola danese di Bornholm, 160 chilometri a est di Copenhagen, clima mediterraneo in pieno mar Baltico e una sabbia così fine da essere impiegata nelle clessidre. Destinazione il Kadeau, ristorante stagionale aperto da Nicolai Norregaard, chef, e Rasmus Kofoed, suo il servizio, nel 2007. Amici da sempre, e figli di questa isola, nel 2011 decisero di portare nella capitale il mondo dove erano nati e cresciuti. I fatti hanno dato loro ragione. L’esercizio sull’isola vanta da otto anni una stella rossa, quello a Copenhagen due da sei. Non basta: a entrambe le realtà, la Michelin ha assegnato quella verde nel 2023.
Non è facile farsi largo in una città dominata da tre leggende come Noma, Geranium e Alchemist. Ma lo sarebbe ancora di più se i due scimmiottassero qualcuno o qualcosa della concorrenza, senza offrire originali e reali motivi per prenotare da loro e non altrove. La strada è la loro, molto chiara, tratti naturali, occhi concentrati su quanto nasce a Bornholm e nelle acque e terre nordiche, scarsa ricerca di effetti speciali tanto per stupire, una sala rilassante e sognante. Sono stato bene, ho mangiato bene e mi sono riposato la testa, dettaglio da non dare per scontato perché purtroppo ci sono chef che antepongono il loro ego a qualsiasi altra cosa e quasi ti soffocano con i loro racconti.

In attesa dell’estate e della possibilità di commentare dove tutto ha avuto inizio, al Kadeau di Copenhagen la cucina è a vista, la sala da pranzo oltre. Convincenti momenti come…
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