Foto ricordo degli chef coinvolti nella seconda edizione di Stelle di Puglia a Casa Sgarra a Trani. Da sinistra si riconoscono Andrea Catalano, Stefano Di Gennaro, Domingo Schingaro, Floriano Pellegrino, Pietro Penna, Angelo Sabatelli, Isabella Potì, Antonello Magistà, Michele Spadaro, Felice Sgarra e Domenico Cilenti
Stelle di Puglia a Casa Sgarra a Trani, benino la prima un anno fa, davvero bene la seconda lunedì 24 marzo quando i fratelli Sgarra hanno raccolto attorno a sé, in ordine di servizio, Dissapore di Carovigno, neo stellato; Bros’ a Lecce (ma tra non molto a Martina Franca); Casamatta a Manduria; Angelo Sabatelli a Putignano; Porta di Basso a Peschici; Pashà a Conversano; Due Camini a Savelletri; Felice Sgarra e, infine, Quintessenza anch’esso a Trani, unica città con due insegne premiate dalla Michelin. Dieci segnalazioni in guida, ma solo nove locali presenti per l’assenza a livello di insegne del Primo restaurant di Lecce, nessuna pensando alle sei province pugliesi, tutte e sei rappresentate.
Quest’ultimo dato è importante, perché dimostra che l’alta qualità ha fatto tappa lungo tutti i 420 chilometri che separano Lesina a nord con Leuca a sud. Però è anche un numero che dovrebbe preoccupare chi ha a cuore i destini del turismo enogastronomico regionale. Parliamo di una realtà a forte vocazione turistica estiva, grazie all’assenza di una autentica configurazione montagnosa e a due mari, Adriatico e Ionio, che bagnano 870 chilometri di coste, uno sviluppo notevole, come nessun’altra regione dell’Italia continentale, terza in assoluto dopo Sardegna e Sicilia.

Però, proprio per questo 10 stelle sono davvero poche, pochissime se pensiamo che la sola provincia di Napoli vanta 27 posti stellati, prima in assoluto, quindi Roma 23, Milano 20, Bolzano 19 e Salerno 18. Manca alla Puglia, come manca a tutti, un capoluogo che possa reggere il passo economico con metropoli come Roma e Milano, ma anche una forza di…
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