Close Sidebar close
Paolo Marchi
  • Home
  • Biografia
  • Opere
  • Rubriche
    • Striscia la Notizia
    • Momenti di Gioia
    • Marchi di Gola
    • Rolly GO
    • I miei scatti
    • Identità Golose
    • Veleno

PAOLO MARCHI - paolomarchi@identitagolose.it

  • Home
  • Biografia
  • Opere
  • Rubriche
    • Striscia la Notizia
    • Momenti di Gioia
    • Marchi di Gola
    • Rolly GO
    • I miei scatti
    • Identità Golose
    • Veleno
Paolo Marchi
Paolo Marchi
    Identità Golose

    I Paccheri al pomodoro di Vittorio sono una bontà XXL

    26 Maggio 2020

    L’unico vero vantaggio dell’età, di quando hai superato i cinquanta, è il bagaglio di ricordi che porti con te. Guai, però, a sentirsi un reduce, uno che ha tutto da insegnare: io cerco di usare la memoria per dare storicità e peso alle situazioni che vivo di volta in volta, ma poi vivo nel presente. Dopo tanti anni di esperienza, quando qualcuno mi dice che un cuoco è bravo, io subito mi domando: “Ma bravo rispetto a chi?”. Se uno corre da solo vince qualsiasi gara, ma non troverà mai nessuno che lo applauda. Il confronto è sempre necessario, le vere sfide devono avere tanti avversari dello stesso valore. E nella ristorazione vince chi ha il ristorante pieno e la gente contenta a fine serata di pagare conti importanti perché ha mangiato bene. Quando ti trovi male, invece, anche pochi euro ti sembrano sprecati.

    Parlando di storie di chef che hanno lasciato il segno non posso dimenticare i Cerea: la grandezza di questa famiglia di ristoratori – prima con il padre Vittoriosul ponte di comando e poi con i figli Enrico, Roberto e Francesco – non l’ho mai misurata in stelle, ma in sorrisi. Li frequento da quando avevo vent’anni e loro avevano appena aperto sul sentierone di Bergamo. Vittorio Cerea aveva lavorato a Venezia e lì aveva capito quanto fosse buona la cucina di pesce. Fu il primo a portarla a Bergamo e a proporla a una città che tende a chiudersi molto in sé stessa.

    Quando, nel gennaio del 1980, lasciai la collaborazione con il Corriere della Seraper essere assunto alla redazione sportiva del Giornale, una delle mie prime trasferte fu proprio a Bergamo. Ovviamente pranzai Da Vittorio. Chiesi un assaggio di cinque o sei primi, conto 16 mila lire. In verità era un po’ più alto, ma non mi pareva giusto farmi rimborsare una mia voglia, che andava oltre il mangiare un boccone prima di un servizio. Di norma chi la domenica pranzava Da Vittorio – magari con famiglia, nonni e zii al seguito – arrivava a…

    Continua a leggere qui.

    • Pietro Zito: «Ai contadini dico: meglio una stalla in più e una villa in meno»

    • Oggi la Norma è un capolavoro, ma tutto ebbe inizio con un fiasco

    You Might Also Like

    18 piatti, 14 leggende scelti da Bottura per il suo nuovo menu, lui compreso

    19 Giugno 2021

    Cracco e Marchesi, galeotta fu una cena nel 1985

    28 Dicembre 2017

    Quella finta paglia e fieno era un trionfo di seppie e asparagi

    31 Maggio 2020

    No Comments

    Leave a Reply Cancel Reply

Articoli recenti

  • Rasmus Munk e il Futuro del cibo nel segno di Spora
  • Cotoletta e San Lorenzo, la nuova Italia a Miami riscrive la storia
  • Tutta la bontà di un riso tiepido firmato Ortolan
  • Un viaggio con Irina nella memoria di una pizza tonno e cipolla
  • Retroscena, una sperimentazione travolgente a Porto San Giorgio

Seguimi su Facebook

Subscribe & Follow

Archivi

  • Giugno 2025
  • Maggio 2025
  • Aprile 2025
  • Marzo 2025
  • Febbraio 2025
  • Gennaio 2025

PAOLO MARCHI
paolomarchi@identitagolose.it

2023 - All Rights Reserved.