Si è scritto tanto di Sirio Maccioni, ristoratore italiano divenuto una leggenda a New York, in occasione della sua morte lunedì scorso, 20 aprile. Sirio ha chiuso gli occhi per sempre dove li aveva aperti per la prima volta il 5 aprile di 88 anni fa, a Montecatini Terme. Tra i due estremi, una vita di successo concreto e per nulla episodico.
Nel saluto della newsletter di Identità di martedì, che può essere letta cliccando qui, avevo scritto che «adesso che si presta tanta attenzione al servizio di sala, lui sarebbe stato un formidabile cicerone da ascoltare per giorni e giorni, una enciclopedia da mandare a memoria».
La Cirque a New York, pensando al suo locale simbolo, era un perfetto equilibrio tra vip, quelli veri; una cucina rassicurante, ricca e golosa, mai cervellotica, a prova di gastro-deficiente, e la sensazione di vivere una serata unica, tu che non eri il papa, Giovanni Paolo II per la precisione, e nemmeno un ex presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon ad esempio poteva mangiare in cucina.
Tra le mille cose lette, spicca la leggenda dei tavoli volanti o che volavano, fondamentale. La fama del Le Cirque, aperto nel 1974 e chiuso il 31 dicembre 2017, arrivò passo dopo passo, con tanto impegno e alcune attenzioni importanti. Guai se i tavoli non erano tutti occupati, il posto doveva trasmettere la sensazione di costante tutto esaurito ma i primi anni non era affatto così. Però la percezione era quella e ogni cliente era convinto di avere ricevuto, a fatica, l’ultimo tavolino… Continua a leggere qui.