Renato Bosco si collega su Instagram alle 16 in punto. Alle sue spalle svetta il forno di casa a San Martino Buonalbergo, nel Veronese, e una colomba pasquale.
Cucini a casa o sei come Niko Romito, che ha confessato di non farlo?
Come Niko: non cucino. Vivo di rendita, più che altro: ci pensano mia moglie Samantha e mia figlia Alice, 23 anni. Usa il Bimby in modo fantastico.
Poco prima dell’emergenza, hai aperto per la prima volta a Milano, registrando subito un gran successo. Tutto questo partendo, tanti anni fa, dalla semplice pizza d’asporto.
È un progetto che ho accolto subito con entusiasmo. Chi non vuole venire a lavorare a Milano? Sei al centro d’Europa. Quando prendevo il metrò e salivo in superficie vedendo il Duomo, mi emozionavo. Sono partito con grande entusiasmo, desideroso di trasmettere ai milanesi i miei ragionamenti sulle forme e i volumi non tradizionali di una pizza. Abbiamo fatto subito tanti coperti e non era scontato perché siamo al secondo piano, non a livello strada. Ogni giorno mi chiedono quando riapriamo. Mi rende molto felice e mi motiva.
Siamo baüscia: se la pizza non costa da 10 euro in su, non la mangiamo.
Hai ragione. O forse a Milano, se accetti di pagare più della media, è perché percepisci una qualità maggiore.
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