E’ tutto oro? Me lo sono chiesto e richiesto da quando ieri mattina la Michelin ha presentato a Modena l’edizione numero 70 della sua guida. Lustrini e sorrisi, complimenti a non finire, foto ricordo e applausi per chi è salito sul palco o, comunque, ha ricevuto un riconoscimento, 58 in tutto, 36 nuovi stellati color rosso, 11 che hanno ricevuto la stella verde, 7 pasticcieri e 4 premi speciali.
Rimanendo ai macaron per la cucina, sono 393 in tutto, dei quali 14 tre stelle (erano 13), 38 doppie stelle (due in meno) e 341 monostellati, come un anno fa. Ci precede solo la Francia con 639 nella pubblicazione 2024 e precediamo il Giappone, 388. Riporto dal comunicato stampa: «L’edizione numero 70 della Guida conferma uno scenario gastronomico pieno di vitalità, animato da giovani talenti che hanno fatto esperienza all’interno di brigate capitanate da chef mentor dai quali trarre ispirazione e, allo stesso tempo, da una crescente consapevolezza che la ristorazione impegnata e sostenibile non è un trend ma una reale necessità».
Nessun dubbio sull’ultima riflessione, siamo invece sicuri che lo scenario gastronomico disegnato negli ultimi dodici mesi sia davvero “pieno di vitalità”? Lo studio Taste Tourism ha analizzato l’indotto generato dalle insegne stellate sul territorio, 439 milioni nel 2023, destinati a crescere quest’anno a 498, totale che non include quanto i 2,4 milioni di clienti, 40,7% di loro arrivano dall’estero, spendono a tavola.
Sono voci importanti, però nascondono una contrazione dei turni di apertura, due giorni di riposo è ormai il minimo e i turni quotidiani spezzati non li accetta più nessuno. Moltissimi locali lamentano dei vuoti nei primi giorni della settimana, tanto che prenotare il giorno stesso non…
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