Jacopo Ticchi, romagnolo con natali a Cattolica e presente a Rimini, trent’anni, due figli e un ristorante da cinque, è per tutti Lucio perché ha chiamato con un nome proprio il suo locale ed è facile pensare che sia lo stesso che porta. Errore: è quello del primogenito. Lo sa lui per primo e non ci fa più caso. Piuttosto siamo noi che dobbiamo prestare attenzione a dove ci dirigiamo perché si è trasferito dal centro riminese, un ambiente facilmente dimenticabile, al molo che cinge la darsena come un abbraccio., accanto al porto canale.
Primo servizio il 18 settembre, un mese fa, in un ambiente spettacolare in viale Ortigara 80, telefono +39.0541.1612020, vetrate e spazi ampi alla prima curva che fa la banchina in quello che un tempo era il Molo 22. Impossibile non emozionarsi, soprattutto se uno vive in una realtà lontana dalla costa. Jacopo lo sa bene, tanto che sul menù scrive “Benvenuti in mezzo al mare”. L’effetto è proprio questo, di distacco dalla città portandosi al largo.
E lì in mezzo al mare c’è un progetto davvero ambizioso, tanto che il patron non usa più il termine trattoria, non avrebbe più senso. Trattoria da Lucio ha lasciato il posto a da Lucio e basta. Ticchi ha calato ogni maschera, ammesso se avesse una perché è un tipo franco e diretto, e lancia la sfida, a iniziare da quella legata alla struttura in sé. Nessuno ha mai avuto successo dove è lui ora perché non c’è passaggio, ci devi andare apposta, superando il controllo all’ingresso. E nei mesi estivi sarà tanta la folla e saranno tante le barche ormeggiate, dove si parcheggerà per dirne una?
Però Ticchi lo sa benissimo, sogna con i piedi ben fissi a terra. Per ricordarne una, sta per inaugurare una pescheria che ricalcherà in pieno la sua filosofia messa al servizio anche dei suoi colleghi. Una fonte economica in più grazie anche a tutti i tagli che ora non può utilizzare in pieno. E se si usa dire che il pesce non faccia pasto, quello che lavora il romagnolo ha…
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