Giuro, non me lo ricordavo proprio e con me Luisa, sicurissima di non avere mai pranzato o cenato al Molin di Alessandro Gilmozzi, a Cavalese in Val di Fiemme. Capita di scordarsi qualcosa, ma non doveva accadere in questa circostanza perché la sua prima volta è legata a un episodio davvero speciale, che lo chef mi ha ricordato oggi, giovedì 12 dicembre: «Nel 2004 scrivesti che saresti andato a pranzo dal primo che si fosse iscritto a Identità Golose per ringraziarlo. Feci subito il bonifico, battei tutti sul tempo».
Promessa mantenuta. E vent’anni dopo, rieccoci lì nell’unico molino arrivato a noi. Suggestivo, coccoloso, un continuo salire e scendere, tra scale in legno e scale in pietra, un ambiente ben poco pratico per chi cura il servizio ma l’atmosfera è a tutto fascino e vince su ogni aspetto e dubbio.
A cena si sceglie tra due menù degustazione, otto o tredici passaggi, 140 o 180 euro a testa bevande escluse. A pranzo si può optare per quattro portate a scelta, antipasti, primo, secondo e dessert, a 120. Ed è quello che, più o meno, abbiamo…
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