Che gran bella serata quella di lunedì 4 novembre all’hub di via Romagnosi, uno chef una cena e che chef e che cena: Antonino Cannavacciuolo, da Villa Crespi per una sera a Identità Golose Milano, per la gioia di tutti quelli che li vi lavorano e si impegnano ogni ora ogni giorno perché tutto sia perfetto da quando si presenta il primo ospite, ieri alle 19.30, a quando se ne va l’ultimo, quasi a mezzanotte.
Ecco arrivare a tavola Scampi di Sicilia alla “pizzaiola”, acqua di polpo; Plin di anatra, zuppetta di fegato grasso, latte di bufala; Baccalà, baccalà, baccalà; Cocco, ananas e arachidi; Babà e code d’aragosta che in verità è una pasta cugina stretta delle sfogliatelle ricce, ripiene nel nostro caso di crema chantilly.
Da lontano, ho seguito Antonino lavorare tra i fuochi e il pass. Sereno come un’alba d’estate sul mare. Tutto sotto controllo, e non succede sempre e con tutti gli ospiti. Giocano in trasferta. Vi sono allenatori che firmerebbero sempre per lo 0-0 anche se guidano squadroni e altri che provano a vincere anche se sulla carta i loro giocatori consiglierebbero prudenza.
Cannavacciuolo dà la netta sensazione di avere chiaro ogni dettaglio, ogni schema per avere studiato tutto. Cerca la vittoria e per ottenerla non improvvisa numeri speciali, quegli effetti buttati lì per trovare consenso facile e poi beccare il gol quando davi l’impressione, sbagliata, di essere tu prossimo alla segnatura decisiva.
Davvero una serata perfetta anche per tante gesti speciali verso chi è meno fortunato – e certe attenzione hanno un valore assolutamente speciale, cento volte maggiore – e mai la minima esitazione per selfie e foto di gruppo. Ho visto tanti mediocri, in ogni settore, insofferenti al decimo autografo. Chi è intelligente invece trova il tempo per tutto e tutti. E non sbuffa mai.