Il 30 marzo, stregato da una cena da Kadeau nella sua versione a Copenhagen, scrivevo di non vedere l’ora di visitare a giugno la prima sede, quella dove tutto nel 2007 ebbe inizio, 160 km a est della Danimarca e 37 a sud della Svezia, sull’isola di Bornholm. A vederla sulla mappa, circondata dal mar Baltico, sembra poco più grande di un fagiolo. In verità, forte di una superficie di 588 chilometri quadrati, fosse italiana sarebbe la terza isola tricolore per estensione, la più grande delle piccole, più del doppio dell’Elba.
La si raggiunge in traghetto, l’opzione di quasi tutti, con o senza auto al seguito. Il riferimento è il porto di Ronne, il capoluogo. Ben pochi scelgono l’aereo, tanto da avere volato, dopo anni e anni, su un Atr42, per di più mezzo vuoto. Viaggio davvero breve, una notte a Copenhagen, una seconda lì e poi già sulla via del ritorno. Ma niente albergo, bensì una tenda all’Eco Beach Camp in località Nexo, sulla costa orientale, l’esatto opposto rispetto a Ronne. Lì, stessa gestione da quest’anno del ristorante, l’insieme è nel segno del glamping ovvero il glamour in chiave camping a ridosso di una spiaggia dalla sabbia finissima tanto da essere utilizzata per le clessidre.
Bornholm non si è così a nord da vivere i mesi tutta luce del sole di mezzanotte, per il quale bisogna superare il circolo polare artico, ma lo stesso la mezzanotte lì è meno buia della nostra. Un assaggio di quello che sarebbe un viaggio oltre Stoccolma, in direzione Tromso e Capo Nord, quando il sole scende di poco sotto l’orizzonte e tu italiano, i primi giorni del primo viaggio in Scandinavia, aspetti il buio per addormentarti, notte che non arriva mai, non nella forma a noi solita.
Tutto lì è rilassante, i prati e i boschi, le linee ondulate del paesaggio, le coste e i sentieri che le persone percorrono a piedi o in bici, diverse munite di carrello per i…
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