Tre come gli chef che si sono avvicendati alla guida del Nove ad Alassio, tre come i mesi trascorsi dal debutto il 28 marzo di Antonio Romano al mio pranzo sabato 29 giugno a Villa della Pergola. Bisogna dare tempo al tempo, vale per tutti in tutte le professioni. Romano, classe 1993, è cresciuto seguendo Heston Blumenthal a Londra e Heinz Beck in Italia, poi una cucina tutta sua a Torino, da Spazio 7, premiato subito con una stella e, in pratica, chiuso dopo la riconferma l’autunno scorso. L’ultimo servizio il 25 dicembre, poi la disoccu-pensione come l’ha definita lui. Durata ben poco.
Francesca Ricci ha avuto buon fiuto nel trovarlo dopo la fine del rapporto con Giorgio Pignagnoli, e anche con la direttrice dell’hotel, e facile gioco nel convincerlo a scegliere il Relais & Châteaux di famiglia sulle prime balze di un incredibile giardino e di un altrettanto straordinario anche orto, due termini, comunque, riduttivi per lo spessore dell’intero progetto e per le dimensioni. Quest’anno poi si sono aggiunti Casa Nirvana, nuova ala della villa con tanto di piscina e bar per bocconi gustosi, e l’Orto Rampante, azienda agricola in continuo sviluppo, insegna che omaggia Italo Calvino, scrittore, ospite fisso sulle terrazze più in alto quando non erano ancora dei Ricci.
Si pranza e si cena, come sempre, dentro o fuori, dipende dal tempo e dalle temperature, dal desiderio di vedere il mare in lontananza o la storia che affolla gli spazi interni, con una sala rinnovata anch’essa nelle persone, tutte molto giovani ma già precise e sicure nel muoversi. E su tutto e tutti, nuovo fiore all’occhiello, ecco Antonio…
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