«Quando finirà l’emergenza, il primo cuoco che mi farà un rognone cotto nel suo grasso vincerà tutto, è un messaggio subliminale per te Diego». Sono le prime parole della chiacchierata instagram di ieri con chef Rossi.
Ci eravamo lasciati a marzo, con le riprese del tuo vitello tonnato per Striscia la Notizia.
C’è stato un blocco improvviso e abbiamo dovuto fermarci tutti. In realtà da Trippa avevamo deciso di chiudere un po’ prima perché eravamo preoccupati, non sapevamo bene cosa sarebbe successo. Poi abbiamo riaperto e alla fine richiuso ancora.
È passato oltre un mese e mezzo.
All’inizio l’avevamo presa tutti sotto gamba, io compreso. Pensavamo fosse un caso isolato in Cina, invece ci è arrivato rapidamente sui denti. Ora c’è un problema: il governo ci sta lasciando da soli, non si decide bene sul da farsi. Non esistono linee guida. Non è sensato lasciare i dettagli delle riaperture alla nostra discrezione. Non so suggerirti soluzioni, anche perché non ce n’è una per tutti, ognuno ha problemi diversi.
Prima della crisi eravate sempre pieni, anche per le dimensioni ridotte del locale.
Sì, la sala è di circa 70 metri quadrati, per 39 coperti. Tanti ci hanno chiesto se ci allargheremo mai. No, è una scelta che abbiamo fatto proprio per mantenere quegli orari di lavoro e quei ritmi sostenibili per tutti i dipendenti, che sono 9 più me e Pietro (il socio Caroli, ndr).
Come vi organizzerete per la riapertura?
Stiamo facendo delle ipotesi ma è frustrante perché se domani esce un nuovo decreto cambia ancora tutto. Viviamo nella…
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