Non ho proprio idea di quanti chef possano affermare di essersi formati nelle botteghe di tre chef super premiati come, nel tempo, Gualtiero Marchesi, Massimiliano Alajmo e René Redzepi, e ancora prima Luigi Biasetto come pasticciere. Di certo, Riccardo Canella, padovano di Mestrino, classe 1985, ha iniziato a muoversi nell’universo dolce, poi in quello salato, e solo nel luglio 2022, a 37 anni, ha avuto la responsabilità di Oro, la sua formula uno da portare al traguardo con successo. E, attenti, in tal senso non fa testo la stella che dal 2016 brilla sul ristorante dell’Hotel Cipriani, A Belmond Hotel in pratica un’eredità del precedente chef.
I veri giochi (g)astronomici per lui sono iniziati quest’anno ad aprile, in una Venezia da costante tutto esaurito in ogni ordine e grado, dallo sporca-e-fuggi al buon ritiro nei luoghi più preziosi e i 5 stelle lo sono sempre e ovunque. L’Hotel Cipriani ancora di più perché fuori dalla calca di San Marco e bellezze attorno, in pratica sulla punta orientale della Giudecca, divisa da San Giorgio Maggiore dal canale che porta lo stesso nome. In lontananza il Lido, altre isole e i sogni che ognuno porta dentro di sé. Tutto lì è così tranquillo e rasserenante che spegneresti telefonino e computer per l’intero soggiorno, soprattutto nelle parti comuni.
Se da Biasetto, Marchesi e Alajmo, Riccardo era il classico apprendista, dal settembre 2014 a Copenhagen ha scalato ogni gradino fino a diventare il sous chef di Redzepi. Da ragazzo che si muoveva nell’ombra a cuoco illuminato dalla luce del genio danese. E poi? E poi eccolo chiamato in una struttura che difficilmente i più abbinerebbero alla creatività, segno di una scelta fatta per rompere gli schemi, forti del fatto che Canella arriva da un Veneto a ridosso del capoluogo (parentesi: come suona riduttivo capoluogo per una città che fu capitale del mondo), quindi sa dove si trova, e Oro, cinque servizi a settimana, tutti…
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