Per tutti, Richard Geoffroy è monsieur Dom Pérignon perché chef de cave della maison di Epernay dal 1990 al 2018. Talmente profondo e geniale – e per nulla francese nei modi – che lo sarà idealmente per sempre, anche se il nuovo capitolo della sua vita lo ha portato in un differente Paese per produrre tutt’altro. Uno non si lascia alle spalle l’Europa per andare in Giappone per spumantizzare. Infatti, azzerato tutto, passando dall’uva al riso, ha creato una nuova azienda, la Shiraiwa, per produrre sakè, l’IWA 5. Naturalmente non uno dei tanti, bensì uno dei migliori, sia per la fermentazione in sé sia per una nuova visione di un mondo che ha mille anni di storia e che quindi va rispettato: «L’età del sakè è questa ed è superiore a quella del vino». In Europa non tutti lo sanno, è bene invece averlo ben presente in testa «perché là tutti hanno un’opinione sulla loro bevanda, le cui sensazioni possono invece essere nuove per noi».
Il debutto di questa novità è avvenuto a fine settembre, prima a Milano, al ristorante Armani, quindi a Roma, all’Hotel de Russie. Nei bicchieri lo stesso prodotto, l’IWA 5 Assemblage 2, nei piatti due menù diversi e non poteva essere diversamente. Nel capoluogo lombardo quello dello chef Francesco Mascheroni, dal Fungo, cannolo croccante al mais, basilico e vinagrette all’uovo alla Pesca alla griglia, mandorla e dragoncello passando per un perfetto, intrigante Dentice, verdure e frutto, golosi Ravioli di agnello di Langa e uno spiazzante Piccione, zucca e tamarindo.
Ma il protagonista principale è stato lui stesso, Geoffroy, e nella sua scia la grande novità produttiva che lo ha catapultato dall’altra parte del globo: «Il mio è stato un lungo viaggio, per le distanze ma anche per la pandemia che ho trascorso in Francia senza potere essere presente ogni momento importante, come avrei voluto, lì dove abbiamo creato questa nuova realtà. Per me recarmi in Giappone non è paragonabile con nessuna altra…
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