Una masseria, una tenuta, una famiglia nella campagna alle spalle di Mola di Bari, Contrada Brenta per la precisione. La Tenuta Pinto è infatti la masseria della famiglia Pinto, lì dal 1960 (ma la struttura risale al17299 quando la realtà agricola conferiva al luogo un aspetto ben diverso da quello attuale. Mezzo secolo fa venivano coltivati carciofi e uva da tavola, oggi tutt’altro ed è proprio questo tutt’altro che ha spinto Domenico Pinto, terza generazione in cabina di regia, a organizzare a fine maggio una conferenza con cena dai tratti inusuali e autentici, anche inattesi per chi arrivava da lontano come il sottoscritto.
Questa realtà ricettiva non è un classico albergo con ristorante e nemmeno è comodo per chi desiderasse andare al mare, che dista poco quanto a chilometri, molto invece nella sostanza. La Tenuta Pinto è una reale eccellenza nel settore matrimoni e banchetti, una voce importantissima nel panorama della ristorazione pugliese. Non che non ci si sposi, si battezzi e si festeggi anche nel resto d’Italia, solo che tra il Gargano e Leuca ben di più, i banchettifici sono autentiche macchine da guerra costruite e programmate per pranzi che durano ore lunghissime, sessanta minuti ognuna che presto sembrano 120.
La Pinto si stacca dal gruppo, emerge. Innanzitutto per la bellezza dei suoi spazi verdi e la sobria eleganza della struttura, nulla di pacchiano per intenderci. Poi per il progetto legato a una tavola che sia buona, ma pure salutare. Il tutto battezzato Precision cooking, cucina di precisione in italiano che, purtroppo, suona poco goloso quando è vero l’esatto contrario. Però è anche giusto aggiungere che a maggio era importante spiegare agli ospiti e alla stampa il progetto in sé. Non eravamo insomma invitati per cenare, bensì per ascoltare, documentarci, verificare i risultati di un lungo e accurato…
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