Due giorni a Roma, lunedì e martedì, il 10 e l’11 maggio, l’occasione per pranzare alla Ciambella bar a vin di Mirka Guberti (in sala e in cantina) e Francesca Ciucci (sua la cucina) proprio in via Arco della Ciambella dietro al Pantheon. Alta e geniale tradizione romana, mai nulla di banale, di tirato via. E il fatto che non siano molto conosciute da chi vive questa professione in chiave selfie e storie social depone a loro favore.
Francesca cura la Carbonara come fosse un fiore raro, ma al momento di ordinarla ho cambiato idea: Maccheroni all’amatriciana. Non ricordavo da quanto tempo non ne gustavo una. La Gricia è rara anche nella capitale, Carbonara, Amatriciana e Cacio e pepe sono sempre presenti nei menù però da alcuni anni in qua la Carbonara sovrasta mediaticamente tutte le altre.
Sceglierla è quasi automatico, è diventata sinonimo di popolarità certa, anche per ottenere tanti like, ma se non si sta attenti pure molte critiche nei social, non puoi quasi prescindere da essa, anche se un’arma a doppio taglio. Del resto le dedicano dei libri, come potremmo ignorare la Carbonara? Impossibile. Ma alla lunga risulta sovraesposta, come una fotografia quando apri eccessivamente il diaframma. Andrebbe tolta dal mercato per un anno. Va ricreato il desiderio, non darla più per scontata. E nel frattempo ci godremo l’Amatriciana.