Trentacinque erano i posti a sedere e trentacinque sono rimasti e sono lì anche tutti coloro che hanno lavorato al Lido 84 prima della quarantena e queste due cose hanno dell’incredibile in un momento di estrema crisi della ristorazione. Chi riapre lo fa con i coperti pressoché dimezzati e i dipendenti ridotti all’osso per limitare i costi e arginare le perdite. I fratelli Camanini no. Riccardo e Giancarlo, non appena hanno riaperto i cantieri, hanno eseguito quei lavori lasciati in sospeso a fine inverno. Hanno aggredito la crisi, invece di subirla passivamente. E senza lasciare a casa dei dipendenti, anzi li hanno anche dotati di una nuova divisa, note sul verde il color argilla, più le bretelle. L’esatto opposto dei completi neri stile pinguini al polo sud.
Così a Gardone Riviera il Lido 84, lunedì scorso 1 giugno, è tornato ad accogliere le persone con una volto diverso anche se non è facile afferrare i nuovi dettagli. Non sono certo sfumature, ma nemmeno pesanti interventi strutturali. A parte uno che io non ho però colto anche perché dalla parte opposta rispetto all’edificio a un solo piano che accoglie la cucina e la doppia sala interna. In pratica si parcheggia come sempre subito sotto il lungolago Zanardelli, numero civico di riferimento il 196, e si scende per pochi metri verso il giardino e la terrazza che dà sull’acqua.
Prima dell’ultimo gradino, ti viene presa la temperatura e ti spalmi le mani di crema disinfettante. E hai ancora la mascherina sul viso. Davanti a te i tavoli, con lo spazio di sempre sulla sinistra e la torretta ad alto tasso di romanticità in fondo sulla destra. Giancarlo ti domanda se non noti nulla e tu sei così contento di ritrovarti lì dopo quasi tre mesi di isolamento, che ti arrendi subito. In pratica…
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