Quando siete dal fruttivendolo no, ma se state parlando di grandi piatti, di gola e di preparazioni di alta e duratura qualità se pronunciate la parola cipollotto non vi possono essere dubbi: ci si riferisce al piatto simbolo di Aimo Moroni, chef arrivato a Milano nell’immediato secondo dopoguerra. E per immediato si deve intendere un ragazzino che, nato nel 1934 a Pescia in provincia di Pistoia, arrivò nel capoluogo lombardo nel 1946. Facile calcolare l’età: 12 anni.
Aimo e sua moglie Nadia aprirono il loro locale nel 1962 in via Montecuccoli, periferia ovest, strade allora ancora sterrate e cascine. Non avevano nemmeno un nome preciso da dargli e così sopra l’ingresso si limitarono a segnare Trattoria Toscana. Poi ecco apparire Aimo e Nadia che una ventina di anni fa sarebbe divenuto Il luogo di Aimo e Nadia. Questo per allargare i confini e includervi, oltre alla figlia Stefania, i nuovi chef: Fabio Pisani, pugliese, e Alessandro Negrini, valtellinese.
Nella rubrica Capolavori italiani in cucina guai non celebrare un ristorante che è sinonimo di Italia ai fornelli e nei piatti. E nella puntata di Striscia la notizia di martedì 31 marzo, ecco irrompere gli Spaghetti al cipollotto che Aimo ha affidato ai due suoi eredi. Ha spiegato Pisani: «La sfida tra noi e chi ha…
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