Aperto a Roma poco più di cinque mesi fa, il 4 settembre 2018, Luciano Cucina Italiana ha strappato il mio applauso. E non per quanto Luciano Monosilio propone e serve, anche per quello sia chiaro, ma per il progetto in sé. Lì in piazza del Teatro di Pompeo 18, telefono +39.06.51531465, c’è il prototipo, la casa madre e che sia solo l’inizio di una espansione in ogni direzione lo si intuisce fin dall’insegna. Lui e i due soci, Gianluca Lotta e Mauro D’Errico.
Monosilio non propone Cucina Romana. Pensando alla sua storia, a orizzonti che sono sempre stati più vasti della tradizione capitolina, si sarebbe limitato, quindi isolato e alla lunga ghettizzato. Manca del tutto il quinto quarto, trippa compresa ad esempio, perché piace a pochi e mai a molti. Più una zavorra che un punto di forza. Trionfano i fritti, le polpette e i primi perché se nella capitale non proponi Amatriciana, Carbonara e Tonnarelli cacio e pepe tanto varrebbe nemmeno aprire. Poi diverse ricette e combinazioni che sono sue come un’Insalata di carciofi che non è solo cruda o un mix di peperoni e sarde e, ancora, un carpaccio di agnello che non ricordo di avere incrociato spesso.
Due mesi ancora e nella prima settimana di aprile, questo chef di Albano raddoppierà a San Remo, davanti al porto turistico. Aprire un’attività nella città delle canzonette e dei fiori, ma anche della polvere dei gloriosi tempi che furono, costa poco e, proprio partendo da un basso affitto, può rendere tanto tanto se sai fare le cose per bene.
E come per la pasta, ecco il Monosilio pizzaiolo con il marchio Fra’ Diavolo e i titolari di questa attività, in particolare Paolo Tranchida. Domani 6 febbraio inaugureranno a Torino, accanto alla Gran Madre, e il 4 agosto a Genova. Pasta e pizza, pizza e pasta, due binari molto italiani.