Lunedì scorso, 13 agosto, mi ha colpito il titolo della prima notizia della newsletter di Thrillist, un sito americano che va oltre il mondo del cibo e della ristorazione. How cauliflower became pizza’s hottest ingredient, come il cavolfiore è diventato l’ingrediente più cercato sulla pizza.
Non l’ho mai pensato e nemmeno immaginato, hottest poi, ma l’autrice del pezzo, Khushbu Shah, non è italiana e nemmeno vive in Italia, quindi la sua pizza non è certo la nostra. Però guai ignorare quanto scrive perché non ha nulla da spartire con l’assurdità, per noi, della pizza prosciutto e ananas.
Traduco il primo capoverso, qui il link al pezzo completo: «Fai un rapido giro in un negozio di alimentari del 2018 e noterai qualcosa di particolare: quasi tutti i migliori carboidrati hanno anche un’alternativa a base di cavolfiore. Questo fenomeno spazia dai sacchi di “riso fritto” di cavolfiore, macinati a dadini di carote e piselli, agli “gnocchi” ricavati da pezzi compressi delle crucifere. Ma il cibo che occupa lo spazio più lungo sono le pizze incrostate di cavolfiore – sì, pizze con una base fatta tipicamente da un mix di cavolfiore tritato, formaggio, uova e condimenti».
Non mi sorprende pensando a certe ricette vegane, a un cavolfiore a mo’ di bistecca, al simil-riso di cavolfiore ma non mi ero mai spinto fino alla pizza. Letteralmente non ne ricordo nemmeno una con questo ingrediente, però non vedo l’ora di confrontarmi con chi le pizze le pensa. Non sono gli ingredienti in sé a essere buoni o cattivi, ma chi li impiega. Bastino come esempio felice le pizze di Renato Bosco con l’ananas o il kiwi. Capolavori.
E grazie a Tommaso Esposito, ecco qui sotto la pizza al cavolfiore citata dallo stesso Esposito e da Gianfranco Iervolino nei loro commenti che invito a leggere.
