Non vedo l’ora, io che adoro il pandoro, che arrivi novembre e di potere così seguire, tra sabato 18 e domenica 19 a Milano, la prima edizione del concorso professionale che decreterà il Miglior Panettone al cioccolato 2017 all’interno della manifestazione I maestri del panettone. Mi intriga tutto quanto di serio investe il mondo della cucina e della pasticceria, soprattutto quando ci si allontana dalla baldoria delle sagre e degli eventi creati solo per i telefonini di blogger che a fatica vanno oltre le 140 battute di un tweet.
Una giuria formidabile, forte di nove esperti e guidata da Luigi Biasetto, non si limiterà a proclamare un vincitore perché il miglior panettone in verità saranno due e la cosa mi stupisce molto. Trascrivo dal regolamento: «Il tema del Contest consiste nella realizzazione di un panettone artigianale tradizionale al cioccolato o di un panettone artigianale creativo al cioccolato».
Sono arrivato ai 62 anni, vivendo tra l’altro a Milano dove questo dolce è nato, senza minimamente immaginarmi che esista un panettone tradizionale al cioccolato. Ho sempre creduto che se si esce dagli ingredienti canonici, e se ne aggiungono di nuovi, si entra nel campo, che adoro, della creatività.
Ma dov’è certificato mai il panettone tradizionale al cioccolato? Dove è stato posto il confine tra tradizione e innovazione quando, in mancanza di un disciplinare, tutto è in pratica nuovo? Mi suona illogico come lo sarebbe un Risotto tradizionale alla milanese con zenzero o tè matcha. Che invece potrebbe spopolare a livello nuove idee.