La copertina del secondo numero di Food&Wine Italia, direttore Laura Lazzaroni, lancia in copertina il servizio portante dedicato Alla meglio gioventù, «agli interpreti che da Nord a Sud, dall’alta ristorazione al casual dining, stanno riscrivendo le regola del gioco». Sono 16 insegne per un totale di 21 chef under 35 anni.
Come sempre accade quando si fanno liste o classifiche, non si accontenta tutti. Un esempio perfetto ci arriva da San Remo e dalle sue canzoni. In tal senso mi sono appuntato alcuni commenti sotto a un post in Instagram di Federico De Cesare Viola, che del bimensile è brand ambassador e coordinatore dei contenuti editoriali.
A chi si lamentava per l’esclusione di Lorenzo Cogo, vicentino classe 1985, De Cesare Viola ha rispondo in maniera perfetta: «Cogo è un bravissimo chef e non è stato dimenticato, semplicemente abbiamo fatto delle scelte». Evviva evviva. Piaccia o non piaccia, fare delle scelte è fondamentale nel mondo dell’informazione ma tanti vorrebbero leggere solo quello che è loro gradito.
Poi c’è chi si è lamentato per le poche donne scelte, in pratica tre su ventuno ma solo un posto, Dattilo a Strongoli in Calabria, ha una donna da sola al comando, Caterina Ceraudo. Alessandra Del Favero, all’Aga di San Vito di Cadore nel Bellunese, condivide spazio e tempo con Oliver Piras così come Isabella Potì fa – faceva ormai – altrettanto con Floriano Pellegrino da Bros a Lecce. E il fatto che un mese fa Floriano abbia fatto un passo indietro non cambia di molto la realtà.
Poche cuoche? Federico ha risposto così: «All’interno del numero la presenza femminile è forte. Avremmo voluto anche noi qualche donna in più in copertina ma abbiamo avuto due defezioni last minute per impegni improvvisi. Va anche detto che, purtroppo, la quota percentuale femminile nel settore è oggettivamente inferiore…».
Verissimo, però io avrei risposto come quell’allenatore di calcio che, anni Novanta, stufo di sentirsi chiedere perché faceva giocare quel certo difensore, zittì tutti in conferenza e chiese a sua volta di indicargli un paio di alternative. Zero, nessuno dei presenti aveva almeno un’opzione credibile.
Parlare è sempre facile come accade adesso con chi non va oltre le lamentele in materia di donne e uomini chef, troppo poche le prime e troppi i secondi. Food&Wine ha sbagliato qualche valutazione? Ci sta, possiamo discutere, ma siamo certi che in Italia ci siano almeno una dozzina di cuoche che non abbiano ancora compiuto i 35 anni e stanno cambiando la cucina tricolore? Fuori i nomi, ma temo siano ben meno. Chi ha a cuore il tema dovrebbe lavorare, impegnarsi perché le cose cambino per davvero.