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Paolo Marchi
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    Veleno

    C’è chi ha scambiato il Covid per Dracula e ha chiuso i ristoranti dalle 18

    28 Ottobre 2020

    La chiusura dei ristoranti alle 18 ha scatenato una marea di critiche esattamente come quelle di cinema e teatri, sprangati del tutto. Spettacolo e ristorazione usciranno a pezzi dalle disposizioni ministeriali, tante imprese spariranno del tutto, tante altre rimarranno in piedi appoggiandosi alle stampelle. Chi di dovere a livello governativo ha spiegato che sì, nelle platee o nelle gallerie le distanze di sicurezza sono rispettate, ma quando il pubblico esce si formano facilmente dei capannelli che potrebbero facilitare i contagi. Però è davvero nulla rispetto ai numeri riscontati sui mezzi pubblici.

    Ma scordiamoci la ingiusta punizione inferta al mondo di cinema, musica, teatro e pensiamo alla beffa riservata a ristoranti e pizzerie, osterie e trattorie. Qualcuno, ad altissimo livello decisionale, deve essere arrivato alla conclusione che il Covid si comporta come Dracula perché ama muoversi con il buio. Non si spiega altrimenti perché i pubblici esercizi possano alzare la saracinesca alle ore 5, quando non manca molto all’alba, per abbassarla alle 18 quando il sole è da poco sceso sotto l’orizzonte.

    Abbiamo a che fare con un esercito di Dracula amanti della buona tavola e delle cantine ben fornite. Se ci spostiamo infatti in altre settori, il pericolo di contagio o è costante, in agguanto 24 ore su 24, o è minimo, e non allarma più di tanto. Non è a nanna di giorno e scatenato alla luce della luna come accade quando, nel mirino governativo, entrato i cuochi.

    Ironia a parte, è evidente che il bersaglio principale del divieto un po’ sì e un po’ no è la movida e per debellarla, con l’acqua sporca è stato buttato via anche il bambino. Peccato fosse un bambino lindo perché da marzo i ristoratori, per riaprire, avevano dovuto sottostare a un lungo elenco di disposizioni che all’improvviso si sono rivelate inutili.

    Ritengo che gli chef siano vittime di due fattori: in partenza della facile, facile per chi conosce poco e male la materia, assimilazione al mondo dei bar e dei cocktail. Si legge o si sente sempre dire “bar e ristoranti”, che è come volere sommare pere e mele. Impossibile. Due pere più due mele rimarranno sempre tali, distinte, non avremo mai quattro pere e zero mele o viceversa.

    E adesso, che magari qualche dubbio a Palazzo Chigi è sorto, ammettere di essere stati eccessivamente severi è visto come una imperdonabile ammissione di colpa e di superficialità. Quindi temo che le cose rimarranno tali almeno fino al 24 del prossimo mese.

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