Riso Buono, chi non semina non raccoglie, così si intitola il libro scritto da Cristina Brizzolari Guidobono Cavalchini, produttrice di riso a Casalbeltrame in provincia di Novara, e Francesca Romana Barberini, giornalista, per Giunti, pp. 288, euro 25. Qui pubblichiamo una sintesi del capitolo 10 intitolato Alla ricerca dell’Identità Golosa, dalla prima esperienza al Congresso italiano di cucina d’autore al futuro di una Identità di Riso.
Nel 2015, durante l’Expo di Milano, ho scoperto dell’esistenza di Identità Golose, Congresso Internazionale di cucina a Milano, e avevo conosciuto anche Paolo Marchi, l’ideatore e curatore dell’evento. Così a marzo 2016, ho deciso di andare a vedere di cosa di trattasse, solo come spettatrice: c’erano un sacco di brand, stand dove i produttori raccontavano le proprie storie, insomma poteva essere un punto di arrivo per l’azienda e il prodotto. Erano quattro anni che producevamo, avevo iniziato a conoscere qualche cuoco e avevo capito che quello era il mio circuito.
Chiamai uno dei pochi chef che conoscevo bene, l’unico a cui avrei potuto chiedere una cosa del genere, ovvero l’oste romano Arcangelo Dandini, che cucinò un risotto con il mosto cotto. Eravamo presenti e anche Identità Golose si era accorta di Riso Buono! Da lì è stato un crescendo: i primi anni esponevamo i prodotti in quella che veniva chiamata “La Bacheca”, per far capire che esistevamo, che avevamo un prodotto di qualità e che potevamo partecipare a degli eventi grandi come Identità Golose, fino ad allora irraggiungibili. C’erano tutti i più grandi chef internazionali, che vedevo anche in TV! Era divertente e per me era tutto nuovo.
Comunque, in quei primi anni, Paolo Marchi, come tanti altri protagonisti del settore, non sapeva chi fossi, ero semplicemente una dei tanti produttori con un piccolo stand al Congresso: poi piano piano ha capito che esisteva…
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