E’ molto bello pianificare, calcolare, improvvisare, sognare, fare progetti e capire come finanziarli, fissare anche una data di termine lavori, poi arriva il momento di passare alla realtà e questa fa come decide lei, incurante di tutto quanto ipotizzato. Penso in tal senso alla strettissima collaborazione tra l’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo e lo chef Alain Ducasse. A primavera dello scorso anno allestirono una conferenza nell’hotel Romeo di Napoli per annunciare l’apertura a inizio autunno a Roma di un 5 stelle lusso, con la cucina carrozzata Ducasse.
Ancora nulla di tutto questo, Il progetto Roma è sempre lì per essere ultimato, mentre la casa madre, con vista sulla stazione marittima e il Vesuvio sullo sfondo, ha cambiato completamente il capitolo cibo. Il 6 giugno infatti, quello che era il ristorante Il Comandate, ha riaperto al penultimo piano, il nono, come R, il ristorante Alain Ducasse, chef italiano, Alessandro Lucassino, toscano di Follonica, che arriva però da Parigi dove seguiva una trattoria italiana del gruppo.
La cucina è sempre a vista, sono nuove le vetrate che danno sul golfo e l’illuminazione è stata rifatta pensando che le luci debbano illuminare e non fare buio. E’, ovviamente, una provocazione ma al Romeo domina il colore nero e i tavoli e le pareti del ristorante erano cupe, ricordo addirittura i tovaglioli neri. Sono certo, senza nemmeno averlo chiesto, che Ducasse abbia messo dei paletti ben precisi tra sé e Alfredo Romeo per definire gli spazi decisionali prima di mettere il suo nome, certo non si fa dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, lo sa lui. Ad esempio, quando in Toscana collaborava con la famiglia Moretti, all’Andana curava i riti della Trattoria Toscana, era un passo o due indietro rispetto a dove è adesso.
In attesa della nuova carta, che si lascerà alle spalle l’estate per approcciare l’autunno, quella del 10 settembre era impostata su un classico schema…
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