L’ultimo servizio prima delle vacanze è stato il 10 gennaio, due mesi e mezzo e il 23 marzo Niko e Cristiana Romito hanno riaperto il Reale a Castel di Sangro e con esso il Casadonna, adesso dieci stanze per la gioia di chi vorrebbe immergersi completamente nella magia di una realtà che si distingue perché l’eccellenza è declinata in più maniere, compresa la formazione. In pratica è unica e adesso lo è ancora di più perché Niko ha imboccato una via assolutamente originale.
Questo limpido talento aquilano, fratello minore di una sorella, Cristiana, che ha occhi e mente per la sala e per le camere, dopo avere per un paio d’anni lavorato sui piatti del passato anche perché condizionati dalle chiusure per pandemia, è tornato a guardare oltre l’orizzonte temporale presente, con risultati che superano l’eccellenza. Non sto ora pensando alla qualità delle preparazioni in sé, ma alla scelta di un menù degustazione di soli vegetali, e questo è stato già scritto da altre parti perché un tre stelle che riapre è come il debutto di una nuova stagione di serie A. Ho letto meno un altro dettaglio: sono piatti cotti, cucinati per filo e per segno. Mica pappette, fagioli, insalate e insalatine, spaghetti al pomodoro e via di ovvietà in ovvietà.
Per usare le parole dello stesso chef, che racconterà tutto questo tra poco a
Identità Golose, sabato 23 aprile, non in Auditorium bensì in
Sala Blu 2, «questo percorso è figlio di un notevole lavoro creativo, risultati dirompenti che affondano le radici in tante preparazioni montematiche come verza, carciofo, cardoncelli, melanzana. E poi è una stagione. Il
Reale e io non siamo diventati vegetariani o vegani. Mi sono impegnato nel mondo meno esplorato che vi sia in Italia dopo carne e pesce, tanto che facilmente si pensa a…