Devo fare i complimenti ad Andrea Antonini, lo chef dell’Imago, il ristorante con vista straordinaria su Roma dell’hotel Hassler. Venerdì 14 giugno ho avuto modo di gustare il suo 11° menù, un percorso che segna un cambio di direzione rispetto ai passi precedenti, tanto da essere simbolizzato da due tagli verticali che richiamano quelli di Lucio Fontana. Scelta non casuale perché il filo conduttore è il taglio, sottinteso con il passato, la chiara volontà di separare i dieci menù precedenti dall’undicesimo perché sia giudicato come inizio di una nuova epoca creativa, non come proseguimento della precedente che, giunta al decimo atto, mostrava segni di stanchezza innovativa.
Fermo restando che Antonini è uno dei più bei talenti che abbiamo in Italia, con il decimo non andava in gol, cosa che può capitare a tutti, basta capirlo e porvi rimedio. Amante di intarsi, equilibri e delicate soluzioni, era come se procedesse a quota di sicurezza senza mai portarsi alle quote più alte e importanti. Per capirci, tutto miniaturizzato solo che un conto se siamo all’inizio, agli amuse-bouche, un altro se dagli stuzzichini sembra non si passi mai alle portate principali. Invece tutto rimaneva piccino picciò, una noia per il palato perché non si arrivava in alta quota. Come avviene adesso.
Il menù della primavera – estate 2024 si apre con due tagli neri verticali e, nella controcopertina, una interpretazione del retro della tela di un quadro con, riportata in alto, una famosa frase del compianto Roberto E. Wirth: «Non guardiamo mai al passato perché ci distrae dal presente, e il nostro obiettivo è il futuro». Splendide parole, pensiero perfetto. E in basso Executive chef Andrea Antonini che firma due menù, il Project 11 Laboratorio creativo e il Classic, una selezione delle precedenti stagioni che ci porta indietro nel tempo fino alla primavera del 2019. Stesso prezzo: 210 euro, più 45 se uno desidera aggiungere una scelta di…
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