Massimiliano Capretta, chef teramano, classe 1972, aprì L’Arca ad Alba Adriatica nel 1998 quando aveva appena 26 anni. La chiamò così perché gli apparve in sogno Noè che gli disse di fare come lui, di salvare gli alimenti dopo che lui aveva tratto in salvo il mondo animale. E’ tutto scritto nel libro Bio Cucina Mediterranea, uscito per l’editore Minerva nel giugno 2023. Quello che un anno fa Massimiliano, e con lui sua sorella Dalila, pasticciera, ancora non poteva sapere era che, trascorsi dodici mesi, avrebbe chiuso da una banda e riaperto da tutt’altra parte.
I Capretta, e con loro lo chef Edoardo Massari, hanno addirittura cambiato regione, questione di una dozzina di chilometri, dall’Abruzzo alle Marche, da Alba a San Benedetto. Sembra poco, ma chi vive su un confine, quale esso sia, sa come incide essere di qua o di là, in questo caso del fiume Tronto. Avevano ormai spremuto tutto da dove stavano, serviva un cambiamento che incidesse positivamente, che infondesse loro nuova linfa e nuove energie. La risposta è arrivata da un locale sfitto da mesi sul lungomare Risorgimento, una costola dell’hotel Smeraldo.
Ingresso indipendente, giardino esterno, spazi ben più ampi, in sala e in cucina, con Dalila che adesso può contare su un laboratorio sotterraneo nel quale curare pane e pasticceria. Con l’ultimo servizio nell’ex casa madre officiato il 9 giugno, per il primo nella nuova sede si è atteso poco. Tutti a tavola già sabato 22, meno di due settimane. Ovvio che la carta era quella di Alba per totale mancanza di tempo, anche se stanno giù studiando una Melanzana in carrozza che fa il verso a sua bontà la Mozzarella in carrozza…
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