Nicoletta Franceschini, umbra di Foligno, dopo tanto altro e tanta gavetta un po’ da Niko Romito e un po’ da Antonia Klugmann per il loro marcato lato verde, il 7 luglio del 2022 ha aperto un locale tutto suo nel centro storico, cosa da tenere a mente per evitare multe da ztl. Lo ha chiamato Silene aggiungendovi Piccolo ristorante, che poi tanto piccolo non mi è parso ma raccolto sì, con i tavoli in una sola sala, prima della cucina.
Silene vulgaris, un’erba spontanea, strigoli nelle Tre Venezie e un po’ ovunque con un nome diverso. Sono golose le foglie, ma rispetto a decine di altre versioni, questa ha un particolarità che mi riporta tanto indietro nel tempo, quando cercavo di far scoppiettare il fiore a forma di sacchettino stringendone l’apertura. Non ci riuscivo proprio e poi spuntava sempre qualcuno a cui riusciva senza sforzo alcuno e ci rimanevo male.
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Oggi Silene per me è lo pseudonimo di una cuoca molto attenta, radicata dove è nata e vive, ma anche aperta al mondo. Non si può dire che snobbi la tradizione, Giostra della Quintana compresa, che si tiene a giugno e a settembre, ma è solo un dettaglio in una carta ricca di pensieri, materie prime, tecniche e cotture, erbe raccolte direttamente da lei a inizio settimana nel giorni di chiusura. Nicoletta propone all’ospite la sua visione, ed è solo all’inizio.
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Sei antipasti, quattro primi e altrettanti secondi, quattro o cinque dessert, più due menù degustazione, sei portate il Silene, quattro il Tradizione futura, concetto che amo quando vero e sincero come in questo caso. In cinque a tavola, ognuno ha scelto secondo ispirazione del momento, io un po’ di più delle canoniche tre portate. Come tratto comune si coglie…