Per capire dove stia Ferdy Wild è meglio dire all’inizio dell’Alta Val Brembana, poco oltre lo stabilimento della S.Pellegrino, che a Lenna, un comune che in pratica conta un abitante per ogni metro di altitudine, 562 contro 540. Vi saranno anche altri motivi per spingersi fin lì, ma per me nessuno può valere quanto, se non addirittura più, della straordinaria realtà della famiglia Quarteroni.
Tutto ebbe inizio nel 1989 con un agriturismo voluto da Cinzia, la signora Ferdy, alias la moglie di Ferdinando, filosofo e montanaro, capace di costruire con le sue mani il nucleo originario in pietra. In trentaquattro anni si sono aggiunte molte anime, a iniziare da quelle dei figli Nicolò e Alice, e diversi nuovi spazi tra centro benessere, cantine, caseificio, stalle per le Brune alpine e le capre orobiche, cavalli e conigli, con l’alpeggio in Val d’Inferno, distanza circa un’ora, dieci camere da letto e un ristorante che mi ha stupito per qualità, naturalità, originalità e fedeltà al territorio che a livello vino si identifica con la Lombardia e a livello cibo con le Alpi Orobie, uno spazio ben preciso rispetto all’intero arco alpino.
Non vi si mangia qualcosa gustato altrove e nemmeno si va fin lì per passare il tempo un po’ a tavola e un po’ in giro nei prati. C’è molto ma molto di più e anche se è davvero un agriturismo, Ferdy Wild è lontano anni luce dall’idea che comunemente si ha di queste strutture, dove tanti vanno per mangiare tanto spendendo poco e non prestano attenzione alla qualità che trovano nel piatto.
Il timbro è il loro, come un biglietto da visita, soprattutto di Nicolò che…
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