Sorridono ben pochi in questi mesi dominati da quarantene, mascherine, divieti, chiusure e ansie per il futuro. Di certo i farmacisti, poi chi ha potuto rimanere sempre aperto, in particolare panetterie e fruttivendoli, anche gli asporto di scarsa qualità, tipo le pizze da niente e i kebab da poco. E con tutti loro una categoria che ha conosciuto un successo inatteso: i macellai.
Con problemi ben più seri a cui pensare, sia di salute sia economici, tantissimi hanno messo da parte ogni dubbio sul consumo di carne e le macellerie hanno conosciuto un inatteso boom di incassi. Una storia per tutte, quella di Mauro Brun, titolare della Annunciata Macelleria, al 10 di via dell’Annunciata a Milano.
C’erano clienti, ovviamente ricchi perché certi capricci li hanno quasi sempre solo loro, che gli ordinavano fettine di vitello che pesassero ottanta grammi, non di più, battute con attenzione massima perché chi le doveva mangiare non pensasse fossero di carne. Magari le spacciavano per salmone pallido e insipido, mistero.
Mauro gongola e arrossisce: «Con tutto quello che di brutto si sta vivendo, con l’economia ferma, ci sono momenti che mi sento in imbarazzo a pensare che a noi va benissimo. E non solo tra marzo e maggio quando tutti stavano a casa, pure adesso che è estate piena. Luglio e agosto sono stati sempre mesi in cui quasi non battevi chiodo, invece adesso gli affari vanno bene. Mai successo».
Ma la soddisfazione ha radici ben più profonde: «Per una volta la colpa di una pandemia non è imputabile alla…
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