Mai avrei immaginato di trascorrere una settimana a Dakar, capitale del Senegal, per conoscere bene Alessandro Merlo, uno chef piemontese di Acqui Terme nell’Alessandrino, titolare di una realtà che iniziò a pensare circa otto anni fa e a realizzare a partire dal 2016. Il primo passo fu un ristorante da tutt’altra parte rispetto a dove è adesso, sei dipendenti in tutto, più lui, più sua moglie, Souadov Niang, senegalese, otto in tutto.
Oggi quel posticino è una realtà che dà lavoro a 62 persone, quasi alla punta estrema della penisola che a nord del centro storico si proietta al largo nell’Atlantico, il punto più a occidente dell’Africa intera. Quest’ultimo passa facilmente per un dettaglio curioso, invece ha un enorme valore storico-economico perché secolare punto di riferimento per le tratte oceaniche, tra i due emisferi e tra Africa e Americhe, compresa la tratta degli schiavi.
Il presente che mi ha portato fin qui è legato, nella scelta del periodo, alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, edizione numero otto, la prima nel 2016 sulla scia dell’Expo di Milano, stesso anno che ha visto nascere l’associazione Ambasciatori del Gusto. E Merlo si è appena iscritto per rinsaldare i legami professionali con l’Italia, che vanno oltre materie prime importante dalla madre patria. L’appuntamento è per sabato 18, tardo pomeriggio, nel giardino di una realtà chiamata The Palms, Le Palme, che raggruppa attorno al verde del giardino un boutique hotel con venti stanze, un bar bistrot chiamato Noliane Caffé, l’Ella’s wine-bar e il ristorante vero e proprio, il Noliane, da Noliane, il nome della primogenita, Ella è…
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