“Post lungo, ma con un incredibile episodio inedito su Silvio Berlusconi! (Giusto per sottolineare che un po’ marketing ci vuole sempre e che la lezione di Silvio non è andata persa)”. Inizia così un ricordo nel segno del Presidente di mille cose scritto dal giornalista Marco Ardegnani, ricordo che riporto con piacere perché Rolly, mio padre Rolly Marchi, amava citare gli episodi della sua vita, momenti mai banali.
“Per molto tempo ho considerato la visione del mondo e il modus operandi di Silvio Berlusconi l’esatto contrario di ciò in cui mi riconoscevo. Ora che ho una concezione più liberal e meno ideologica, sono ancora deluso da come lui abbia buttato via l’idea necessaria, anzi indispensabile per questo paese, di una “rivoluzione liberale”. Del resto era assurdo pensare che potesse incarnarla, la rivoluzione liberale, una persona come lui che traeva grande beneficio dal fatto di essere un concessionario duopolista in un sistema, come quello televisivo italiano, che sistematicamente impediva l’ingresso di competitor terzi di una certa dimensione.
Per tutto questo, per la sua centralità nel panorama mediatico e politico italiano e per gli innumerevoli aspetti oscuri della sua vita, io sono stato sempre irresistibilmente attratto dalla sua biografia, specialmente dai primissimi anni. E così fui folgorato quando, martedì 14 dicembre 2010, ebbi il privilegio di raccogliere una testimonianza fenomenale e, penso, per molti di voi del tutto inedita.
Ci trovavamo a Milano, al Superstudio: Oliviero Toscani presentava la sua azienda agricola che da quell’anno si era “affacciata al mercato con il vino e l’olio”. Mi aveva invitato l’amico Paolo Marchi (a lungo giornalista sportivo per Il Giornale e che molti di voi conosceranno per Identità Golose) il quale, una volta lì, mi presentò suo padre, un bellissimo signore, quasi novantenne dal portamento fiero.
Mi intrattenni con lui per diversi minuti, nel corso dei quali intuii (con colpevole ritardo) che si trattava del leggendario Rolly Marchi (tra le altre cose inviato Rai alle Olimpiadi Invernali, ma controllate su Wiki la sua bio). E così, tra un bicchiere di vino e uno stuzzichino, Rolly mi racconta di essere arrivato negli anni Cinquanta dal Trentino a Milano e di essere stato con il conte Rasini uno degli organizzatori di un importante Sci Club a Milano. Qui la memoria non è perfetta, potrebbe anche avermi detto di aver fondato con il conte Rasini il primo Sci Club milanese (anche se certamente ce ne saranno stati prima di allora) o qualcosa del genere, di certo sappiamo che Rolly Marchi, con Mike Bongiorno! creò nel 1957 il Trofeo Topolino che a lungo è stata la più importante gara di sci per giovanissimi, in Italia.
In ogni caso Rolly era in confidenza con il conte Rasini a fine anni Cinquanta a Milano. Il Conte suggerisce a Rolly di aprire un conto corrente nella filiale della sua banca in Piazza Mercanti e gli suggerisce di chiedere del direttore, un funzionario molto affidabile. Rolly si presenta in filiale per aprire il conto e così conosce il direttore, Luigi Berlusconi.
Rolly Marchi aveva moltissimi contatti, anche con celebrità che accompagnava sulle sue montagne trentine e, in quegli anni, (1955-58) aveva dato corpo a una importante squadra di ciclismo, la Leo-Chlorodont, secondo caso di sponsorizzazione extraciclistica (Chlorodont era una nota marca di dentifricio).
Così, dopo qualche tempo, il direttore Luigi Berlusconi pensa di contattarlo: “Caro Marchi, io ho due figli, uno più responsabile [Paolo ndr], un altro un po’ più esuberante. Ecco questo secondo figlio vorrebbe proporle un affare.”
Qualche giorno dopo Rolly si presenta alla filiale della Banca Rasini e Luigi Berlusconi lo accompagna in una stanza al piano superiore dove ad attenderli c’è un giovane Silvio (facendo i calcoli, visto che la Leo-Chlorodont era attiva, SB poteva avere tra i 19 e i 22 anni).
Silvio chiede a Rolly di togliersi il cappotto e di metterlo sul tavolo, dopodiché versa sullo stesso cappotto della polvere (tipo da paletta della scopa) dopodiché estrae rapidamente dalla sua ventiquattrore una spazzola (che io immagino simile a un raccogli-briciole), la passa sul cappotto che in men che non si dica torna netto come prima.
Silvio decanta a Rolly l’efficacia di questa spazzola magica e riesce, in breve, a convincerlo a supportare l’impresa: e per qualche tempo gli acquirenti del dentifricio Chlorodont o degli abiti Marzotto (Rolly era in buoni rapporti anche con il conte Marzotto) avranno la possibilità di ricevere (non mi venne spiegato con quali modalità precise, se raccolta punti, sconti oppure omaggio) le magiche spazzole di Silvio. Secondo i miei calcoli, dopo la vendita dei compiti tra i banchi di scuola, questi dovrebbero essere stati i primi soldi raccolti professionalmente da Silvio Berlusconi.
Dopo esserci confrontati sulle eccezionali doti di venditore di Silvio, che l’avrebbero portato al timone di Fininvest prima e del paese, poi, Rolly Marchi ed io ci congedammo, ma (non ricordo se prima o dopo questo episodio), egli mi raccontò anche di quando, da ufficiale, aveva tentato di resistere, con una piccola pattuglia, allo sbarco degli alleati in Sicilia il 10 luglio 1940, rimanendo anche ferito, se non ricordo male (ricordo perfetto, ndr).
La nostra conversazione durò non più di mezz’ora, ma fu uno degli incontri più affascinanti della mia vita. E mi riferisco a Rolly. Anche Silvio, però…”.
Marco Ardemagni