Paxos è un’isola a sud di Corfù lunga circa 10 chilometri e in alcuni punti larga due. Per una felice combinazione che la vita sa donarti, mio padre la scoprì una cinquantina di anni fa. Amore a prima vista tanto da mettersi a cercare un nido tutto per sé. Lo trovò sulle colline alle spalle di Gajos, ma c’era un problema: come pagarlo?
Tornato in Italia, in spiaggia a Levanto, una mattina venne chiamato dalla direzione con tanto di annuncio con l’altoparlante: «Attenzione per favore. Il signor Rolly Marchi è atteso al telefono. Il signor Marchi per favore». Adesso siamo abituati a ricevere chiamate da ovunque nel mondo, allora no. Se accadeva, era solo per un problema serio. Pensò di tutto meno che fosse un assicuratore veneto che in pratica nemmeno conosceva.
La faccio breve: «Se si ricorda di me bene, altrimenti per me non cambia dottor marchi. La sto cercando da giorni e giorni perché lei a luglio è stato a Paxos, vero? Sì? Bene, uscendo da un frantoio ristrutturato ha parlato e riso con un signore inglese. Sì? Perfetto. Quel signore è il presidente della Barclays Bank e vuole assolutamente che lei diventi il suo vicino di casa. Qualsiasi cosa le serve, io sono a sua disposizione».
Detto e in pratica fatto. Con una coda incredibile: quel banchiere non sarebbe mai più tornato a Paxos. Papà sì, fino alla vendita della casetta a metà anni Novanta ma chi l’ha acquistata non le ha cambiato il nome, è sempre Casa Rolly. Ringrazio Amedeo Reale per la foto e gli inevitabili ricordi che ha liberato in me.