La mia rubrica in onda ogni inizio di settimana a Striscia la notizia racconta ogni sette giorni un capolavoro italiano in cucina, l’ultimo martedì 9 novembre, a firma di Davide Palluda, lo chef-patron del ristorante all’interno dell’Enoteca regionale del Roero a Canale in Piemonte. Ma il capolavoro non è solo nel piatto. Mi diverto infatti moltissimo a seguire la coppia formata da Roberto Lipari e Sergio Friscia quando mi presentano e quando mi salutano. Giocano un po’ sul tono della mia voce e un po’ su una somiglianza con Renato Pozzetto, con l’immancabile taaac finale come a voler sottolineare che la ricetta è servita e l’attenzione passa a un altro servizio.
Palluda in cattedra con il suo splendido sorriso a illuminare il Cardo gobbo di Nizza al latte, nocciole, acciughe e tartufo bianco, che ricorda molto la Bagna cauda, che tutti conoscono ma che non tutti mangiano per via dell’aglio. Davide lo ha tolto in una struttura dove ha trascorso, lui 50enne, metà della sua vita perché vi ragiona e cucina da 25 anni anche se ci tiene a precisare che: «In verità un po’ di un quarto di secolo perché ci venivo per frequentare l’asilo, avevo tre anni ed era tutto più semplice di adesso».
Chef per ripiego perché non voleva studiare o per passione? «Spesso me lo chiede anche io, soprattutto nei momenti di tensione. Comunque, ho scelto questo mestiere perché affascinato dagli ingredienti. Quale prediligo? Come tanti colleghi della mia generazione mi sto spostando verso il mondo vegetale. Credo sia doveroso. E’ compito nostro rendere golosa la parte vegetale, degli ortaggi ed è quello che…
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