Non abbiamo mai avuto dubbi sulla bontà e la lungimiranza della decisione presa 7 anni fa di lasciare la carta stampata per iniziare a pubblicare la guida online. Eravamo spinti da squisiti motivi di praticità mista a imbarazzo nel vivere con la mente proiettata verso il futuro, ma limitati, come inchiodati, da un mezzo superato come la carta. Era evidente che, a parità di contenuti, gli stessi sarebbero stati letti da ben più persone in internet senza perdere autorevolezza.
E adesso che dall’inverno 2019/20 siamo in piena emergenza pandemia, quella scelta si conferma ancora più giusta e vincente perché ci permette di seguire con efficacia l’evolversi degli eventi, delle chiusure e delle aperture, tra zone bianche e zone gialle, quelle arancioni e quelle rosse. E nonostante questo vantaggio, è come se si stesse vivendo sulle montagne russe, su un ottovolante perché chi studia, si informa, raccoglie idee e materiale sul mondo della ristorazione dipende da una realtà completamente differente.
Abbiamo sempre dato per scontato che le insegne effettuassero per loro decisione i turni di chiusura settimanali e i periodi ferie, che un locale potesse rimanere aperto pranzo e cena, anche 7 giorni su 7 oppure solo a cena così come seguire le stagioni e lavorare esclusivamente quando i flussi turistici lo permettono. L’elenco potrebbe quasi non finire, ma non è più attuale, fotografa il passato, com’era il mondo della ristorazione fino al marzo scorso. La verità oggi è un’altra. La pandemia sta decidendo per tutti, si è sostituita a noi e prende ogni decisione al posto nostro. Ristoranti e trattorie, osterie e pizzerie, enoteche e bistrot si sono dovuti adeguare alle disposizioni in materia di salvaguardia della salute pubblica, di contrasto ai contagi, in pratica ovunque nel mondo.
Questa rivoluzione inattesa ha condizionato il mondo della critica. Non eravamo più noi, come tutti i cittadini, a decidere quando andare a…
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