Lino a Pavia, pieno centro storico, da visitare tanto è suggestivo, è un bistrot e, stesso ingresso, pure un ristorante gourmet, mentre presto avremo anche il Fratellino, ovvero il fratello Lino, forno, caffè e laboratorio, ma con una sua entrata dietro l’angolo con via Gazzaniga. Però non aspettatevi di fare la conoscenza con un patron di nome Lino. Il titolo ci porta all’antico mercato del lino, che dà il nome alla piazza e dal settembre 2017 al progetto ristorativo di due fratelli, Raffaele e Cristiano. I due hanno un grande merito: estranei al mondo della ristorazione, dopo un inizio così così, nel gennaio 2018 si sono affidati alla sapienza di un serio professionista come Andrea Ribaldone. A ognuno il suo. E la musica è cambiata in meglio.
Causa pandemia, per questo progetto è stato un continuo stop and go. L’ultima (ri)apertura risale a pochi giorni fa, a sabato 13 febbraio, con una formula incompleta perché non appena sarà possibile, il dessert verrà servito nello spazio cantina. Lì la porta blindata di una cassaforte, che, tale il peso, in pratica non può essere rimossa, denuncia l’antica destinazione del Lino, una banca che lasciò poi spazio a una libreria. Uccisi i libri dal web, via libera a forni e fornelli che sono a vista, soprattutto se ci si accomoda al grande tavolo dello chef.
L’ambiente ricorda un salotto di casa, elegante ma non severo, molto rilassante, con una parete, con tanto di camino sul lato sala da pranzo, legna finta ma efficace scenograficamente, che divide cucina e tavoli principali. Ribaldone, supervisore del tutto, già stellato in altri quattro esercizi, punta a creare in Pavia, una piazza difficile, un polo goloso che richiami golosi e gastronomi. Nessun dubbio, lì tutto pensato perché diventi una meta in più, nuova e originale, rispetto alle eccellenze in Oltrepò, Alessandrino, Langhe e Monferrato, anche Parma e Piacenza, naturalmente strizzando l’occhio-Lino a…
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