Segnatevi bene questo indirizzo romano: via Flaminia 64. E’ lì, non lontano da Piazza del Popolo, che si è trasferito uno dei ristoranti più interessanti e geniali dell’Italia intera, il Marzapane di Mario Sansone, patron, e di Francesco Capuzzo Dolcetta e Guglielmo Chiarapini, chef, così come in sala ecco pure Constance Riviere e in cantina Tommaso Viggiani. Si esprimono in una palazzina tutta per loro. Al piano terra la cucina a vista con un bancone che ora può accogliere sei commensali, due in più quando torneremo alla normalità. Al piano superiore la sala vera e propria, per poco più di venti coperti e sopra ancora una terrazza che sarà inaugurata il 1° maggio. Nota che a me piace: l’ombra arriverà da un incannucciato misto a un rampicante.
Dopo un breve periodo di delivery e asporto nel segno di un hamburger molto goloso, tutt’ora in carta perché proposta perfetta per la pausa pranzo, il 3 febbraio ha segnato la primissima giornata di servizio, purtroppo limitato al solo pranzo. Tanti i colleghi critici attirati lì come le api dal miele. Marzapane è una calamita che attrae per quanto Sansone, Capuzzo Dolcetta e Chiarapini hanno costruito nella vecchia sede e quando desideri una cosa che non hai più, non vedi l’ora di riappropriartene.
Si può scegliere, ed era già così, tra bancone e tavolo. Con un’avvertenza: nel primo caso i cuochi cucinano per te quello che viene loro in mente in quel momento, nel secondo c’è una carta in cui scegliere. Seduto comodamente, ho gustato con crescente piacere Uovo sul fuoco (ovvero nel padellino, ndr), Comté e pancetta di Nero dei Nebrodi; Carciofi alla brace, maionese all’aglio e mentuccia; Risotto allo zafferano e grasso di rognone affumicato; Riso fritto con pomodoro, uovo, cipollotto e pepe; Capellino con grasso di rognone e liquirizia; Ricciola alla brace, fegato d’anatra e clementina rubino; Arista di maiale alla brace, peperone crusco, ravanello e Kimchi; Galette des rois.
Quella di Marzapane è una cucina molto personale e spiazzante. Lo sarebbe anche a…
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