Martedì 9 febbraio, Capolavori italiani in cucina ha fatto tappa nella conca ampezzana, in una Cortina che da domenica 7 febbraio ospita per due settimane i Mondiali di sci alpino. La data di messa in onda non è stata quindi scelta a caso. Così a Striscia Riccardo Gaspari raccontato il piatto simbolo di una località alpina che è anche stata sede olimpica nel 1956 e che lo sarà di nuovo nel 2026. Grazie allo chef del SanBrite molti faranno la conoscenza dei casunziei che, nel nome, ricordano i casoncelli, tipica pasta ripiena della Bergamasca e del Bresciano, ma in null’altro. Tanto quelli delle due province lombarde sono di carne, quanto quelli cortinesi sono vegetariani.
Scendendo più nel particolare, in Val Pusteria, ma un po’ in tutto il Tirolo, vengono chiamati Schlutzkrapfen e sono ripieni di ricotta e spinaci, mentre nelle aree ladine cambiano nome, casunziei per l’appunto, diventano rossi per via delle barbabietole passate a assieme alle patate. Per la storia e la ricetta un minimo di pazienza, manca poco alla messa in onda e poi alla pagina con la ricetta pubblicata nel sito di Striscia.
Più in generale, la rubrica tocca e supera le 50 puntate, con il debutto il 3 dicembre 2019 quando nessuno, ma davvero nessuno poteva immaginarsi quello che, da lì a ben pochi mesi, sarebbe successo tra Wuhan in Cina e il pianeta intero. Di una cosa sono proprio orgoglioso: non avere saltato nemmeno una messa in onda per il telegiornale satirico pensato e curato da Antonio Ricci, neanche quando il lockdown mi ha impedito di uscire di casa perché i codici Ateco riferite alle mie attività non me lo consentivano. Tutto merito del regista Massimo Tomagnini e ai collegamenti audio via skype.Le puntate hanno via via toccato le bontà di tredici regioni con la Lombardia protagonista di ben ventuno appuntamenti anche se in alcuni casi mi sono chiesto dove è giusto incasellare chi ha radici in una determinata zona e il presente professionale altrove. E’ ad esempio il caso di Viviana Varese, una…
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