Ci sono due preparazioni in cucina che spaventano i più: il risotto e, soprattutto, il soufflé tanto che si consiglia sempre agli amici di non invitare mai a cena qualcuno annunciando un soufflé per dessert. Se poi non monta e resta basso, che figura barbina fai? Mentre stando zitti si può sempre dire che ti sei cimentato in uno sformato e fai contenti tutti.
Però nella cucina di Striscia la notizia non si può certo sbagliare e così nessun dubbio: soufflé! E non uno qualsiasi, ma quello al panettone firmato Andrea Berton. Friulano di San Vito al Tagliamento, nel 1989, superati da poco di diciott’anni e ultimato l’alberghiero, andò a Milano con un’idea ben precisa: «Volevo fare gavetta nel miglior ristorante italiano e allora era quello di Gualtiero Marchesi, la qualità lì era massima. O la va o la spacca mi dissi. Così mi presentai senza appuntamento in via Bonvesin de la Riva dove il responsabile mi voleva rimbalzare. Tira e molla, entrò a un certo punto Marchesi che chiese chi fossi e cosa facessi mai lì, il suo assistente gli rispose che volevo lavorare e lui pronunciò poche parole: “Allora fallo lavorare”».
Iniziò subito e subito venne ripreso: «Riposi una vaschetta in un frigo in un certo modo e Davide Oldani, allora uno sbarbato come me, mi disse che si faceva in un certo modo e solo in quello. Insomma, dovevo stare attento. Il soufflé? Nacque per caso. C’era del panettone avanzato e Marchesi disse di pensare a come riutilizzarlo, perché non come soufflé? Fu un successo che dura tuttora».
Ma come lo si prepara? «Si parte da una crema pasticcera classica, con nell’impasto del panettone. Quindi uovo, zucchero, latte, panna e per l’appunto del panettone frullato. Ottenuta la crema, la mescolo con…
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