Gran bell’invito quello di Maurizio Zanella lo scorso fine-settimana per presentare un progetto e, naturalmente, un metodo classico targato Cà del Bosco. Appuntamento a Borgo Egnazia, tra Bari e Brindisi, e zero anticipazioni, altrimenti che sorpresa sarebbe stata?
In teoria due gli indizi, anche se mi viene difficile definirli tali vista la loro vaghezza: una borsa bianca con ricamato su un lato il numero 42 e il concetto di tempo, che possiamo attribuire in pratica a tutto sulla Terra, salvo rarissimi casi, figure, momenti senza tempo.
Per introdurre gli ospiti alla conferenza di lunedì, la sera della domenica la cena è stata preceduta da un racconto di Matteo Caccia, attore e conduttore radiofonico. Pescando in un suo programma del 2015, Vita, Caccia ha scelto le storie di 18 persone, mettendole in fila. Dai zero anni di un bimbo ancora nella pancia della mamma al secolo degli ultimi due. Titolo del tutto: Il tempo della vita.
Davvero ben pensato e ben recitato, con l’età di ogni prescelto segnata in foto dalla lunghezza di un metro estraibile a nastro, idea mutuata da Nanni Moretti in Aprile quando, festeggiati i 44 anni e pensando di vivere fino agli 80, misura in centimetri quanti gliene restano: 36 (e non 42, accidenti pesando al ricamo sull’omaggio).
L’indomani tutto ben più chiaro, come avviene praticamente sempre quando le cose ti vengono spiegate e tu puoi ascoltarle e giudicarle. E’ stata celebrata la Cuvée Prestige Edizione 42, la quarantaduesima interpretazione. Per raccontarla rubo le parole ad Adele Granieri: «Cà del Boscopresenta la 42esima edizione della sua Cuvée Prestige. Un blend di Chardonnay 83%, Pinot Bianco 5% e Pinot Nero 12%, con il 69% di vino della vendemmia 2017, il 22% vino di riserva della vendemmia 2016, il 6% della 2015 e il 3% della 2014. Affina per 25 mesi sui lieviti e il dégorgement avviene in assenza di ossigeno, utilizzando un sistema unico, ideato e brevettato da Ca’ del Bosco, che evita shock ossidativi e ulteriori aggiunte di solfiti.
«Presenta una luminosa, espressiva e qualitativamente ineccepibile 42esima Cuvée Prestige, ma soprattutto presenta un manifesto, che fa da monito per le generazioni future di viticoltori, che non possiedono la terra, ma la custodiscono. Un manifesto che eleva il vino attraverso l’arte e la cultura, ma che allo stesso tempo ha solide ridici fatte di scelte etiche ed ecologiche e grande attenzione al fattore umano e al destino di un territorio».