Come nel giornalismo sportivo i voti e le pagelle contano più di ogni articolo o servizio televisivo, così è, pari pari, tra ristoranti e trattorie, pizzerie e cantine. Per la stragrande maggioranza dei diretti interessati e del pubblico, tutto ruota attorno a stelle e numeri, bicchieri e simbolini più o meno chiari e simpatici. E tutto va ben oltre il valore dei singoli protagonisti, perché è ovvio che un Pallone d’oro che, ad esempio, premia un anno Cristiano Ronaldo e l’anno seguente Lionel Messi alla lunga diventa prevedibile e come tale desta meno attenzione da parte di sponsor e di pubblico.
E in questa scia si pone, almeno ai miei occhi, l’edizione 2020 di 50 Top Pizza, la più poderosa e completa – copre ogni continente – guida alle pizzerie del pianeta. Caserta sempre prima, ma i migliori di sempre si sono accomodati uno al posto dell’altro. Dopo le prime due vinte da Franco Pepe e la sua Pepe in grani a Caiazzo e dopo il pari-merito lo scorso anno tra lui e l’astro nascente Francesco Martucci, ecco che i Masianelli di Caserta primi e Pepe in grani seconda, con i Tigli di Simone Padoan a San Bonifacio (Verona) terzi (e Padoan pizzaiolo dell’anno).
Sono, come diversi altri in graduatoria, relatori a Identità Golose, quindi nessun dubbio sul valore di chi i premi li assegna e di chi li riceve. L’unico rilievo che mi viene spontaneo fare è la prevedibilità del sorpasso di Martucci su Pepe. Era scritto da un anno, nei podi precedenti e nelle regole dell’industria dello spettacolo. Ma anche nelle chiacchiere al bar sport tanto che ora potremmo immaginarci che nel 2021 Pepe contro sorpasserà Martucci, per poi vedere crescere un nuovo campione, magari di Napoli, magari un Ciro Salvo, sua da sempre la migliore pizzeria in Europa, ma fuori dall’Italia, la 50 Kalò a…
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