Il prezzemolo è ovunque al punto che non è mai un complimento dare a qualcuno del prezzemolino. Per me in cucina solo il bagnetto o la salsa verde per i bolliti ne giustifica l’esistenza, per il resto potrebbe tranquillamente uscirne che vivrei sereno lo stesso. Anzi, vivrei meglio perché smetterei di avvisare i cuochi di evitarlo. Lo detesto per un motivo semplice semplice: l’uso decorativo quasi sempre a vanvera, quelle foglioline staccate dai rametti un istante prima che una pasta allo scoglio o un piatto di carne lasci il pass per essere portato al tavolo. Banalità assoluta, anche perché aggiunge colore, mai sapore.
Proprio per questo mi ha stupito Matteo Aloe, artefice con il fratello Salvatore della splendida realtà di Berberè, 12 pizzerie in Italia e tre a Londra. Non me ne ero accorto prima di questo agosto meneghino, ma la sostanza resta immutata: uno dei tre ingredienti della loro Marinara è il prezzemolo, assieme con aglio e peperoncino. A Napoli insorgerebbero, infatti non hanno ancora aperto nella città più viva del Buon Paese pur se la tentazione è tanta.
In pratica non esiste al mondo versione di Marinara che preveda il prezzemolo e lo stesso Matteo non si è mosso seguendo linee di gusto culinario. Tutta “colpa” dell’origano. L’8 dicembre prossimo saranno dieci anni esatti dall’apertura della casa madre a Castel Maggiore poco fuori Bologna e allora successe che l’origano profumasse troppe pizze «e così decidemmo di eliminarlo dalla Marinara per sostituirlo col prezzemolo».
Nella carta estiva c’è anche nella Salamino piccante in aggiunta a fiordilatte e pomodoro, strepitosa nella sua golosa ricchezza, a differenza della Marinara, troppo essenziale, in pratica spoglia. Prezzemolo bocciato anche perché mi riporta con la memoria agli ann…
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