Piacevoli i lavori sulla struttura che hanno tolto anni e polvere. Quello che conta è rimasto. Papà Giuseppe cura sempre orto, galline, oche, immagino pure conigli, l’aia al suo meglio. Giovanni, un anno ancora e festeggerà i 30 anni, è sempre più uno chef completo e maturo. Poi i suoi tre fratelli: Marco sommelier, Simone a guidare la sala e Alessandro a curare gli eventi. Tutti sul pezzo, tutti a prendersi cura di chi arriva, e questo è giusto, ma in certi momenti anche con un piglio troppo marcato. Basta ad esempio uno per presentare un piatto, tenendo pure conto che chi è tavola molto probabilmente vuole dedicarsi anche ai suoi amici.
A metà luglio ho faticato a scegliere la preparazione migliore tale l’elevata qualità di tutto. Giovanni infatti ha il raro dono di sapersi esprimere su carne e pesce, pasta (anche trafilata in casa) e riso, pizza, pane e lievitati. Se proprio dovessi scartare qualcosa opterei per il midollo di vitella cotto lentamente nel forno a legna ma solo perché perfetto in inverno.
Il via con L’orto in tavola e gel di agrumi che ha predisposto tutti al piacere di un superlativo Risotto “Riso Buono” prosciutto crudo e melone; Spaghetto grosso di grano duro mantecato al burro belga, colatura di alici di Cetara e peperone crusco; il midollo, una forzatura a metà luglio; superbi arrosticini abruzzesi; Piccione arrosto petto e coscia, salsa al balsamico tradizionale; Vitello alla…
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