Martedì 21 luglio a Palazzo Crivelli in via Pontaccio a Milano, la casa Il Ponte batterà un’asta di arte moderna e contemporanea il cui nucleo principale è costituito da 52 pezzi della collezione dei miei genitori, Rolly e Graziella Marchi. Qui il link per vedere tutte le opere in vendita.
Per il materiale che racconta l’appuntamento ho scritto queste note. Buona lettura.
Mi ha sempre impressionato in mio padre la capacità di privilegiare i rapporti umani, di amicizia senza mai troppo pesare i pro e i contro di una scelta. Se un artista sciava bene o amava far baldoria era in pole position, uno arido di sentimenti difficilmente finiva sulle pareti di casa. La sua collezione è la testimonianza di mille e mille momenti allegri, minimo.
Milano come punto di comunione per Rolly e Graziella Marchi, Brizzi prima di sposarsi nel 1954, due figli, Paolo e Jacopo. Lui trentino di Lavis, classe 1921; lei di 11 anni più giovane, di una famiglia meneghina che avrebbe vissuto dividendosi tra Cantù, Cernobbio e Como. Hanno conosciuto la seconda guerra mondiale, ma anche l’Italia della rinascita. Assieme hanno aperto le porte a una teoria quasi senza fine di persone che per loro erano gli amici ma che per i più erano personaggi incredibili in ogni campo di attività.
Due caratteri opposti, sovente la formula migliore perché un matrimonio regga anche più di mezzo secolo, nel loro caso fino alla scomparsa di nostro padre il 14 ottobre 2013. Tanto papà amava lo spirito goliardico, avere un pubblico a cui raccontare barzellette e storie di vita e di sport, il bicchiere sempre almeno mezzo pieno, tanto mamma selezionava le parole e le persone, restia a chiedere favori e posti in prima fila. E il bicchiere eternamente mezzo vuoto.
Amanti entrambi dell’arte, ottimo fiuto, Rolly si definiva un decatleta della vita, bravo in tantissime professioni, sciatore (19° nella discesa di Kitzbuhel), alpinista, scrittore, giornalista, fotografo, cantante, assicuratore, creatore di eventi… ma non al punto da decidere di applicarsi a una sola. Graziella invece coltivava il suo talento artistico, la prima personale nel 1969 a Gand in Belgio, presentata da Dino Buzzati. Leccalecca, montagne, barche a vela e navi a motore, animali i soggetti preferiti.
Se volessimo condensare le loro vite in un unico momento, questo sarebbe senza dubbio l’avere dato vita al Trofeo Topolino di sci nel 1957, lo sci come trampolino per vivere il mondo dopo avere conosciuto Walt Disney in America. Lo hanno vinto i più grandi sciatori al mondo quando ancora erano ragazzi. Amavano infatti dare opportunità ai giovani talenti di esprimersi, troppo facile applaudire chi è stato già riconosciuto da tutti come bravo in questo o quel campo. Al suo funerale, papà ha voluto fosse eseguita Yesterday dei Beatles perché solo la morte gli aveva impedito di creare nuovi momenti futuri.
Note alle foto: in alto, papà con Dino Buzzati in vetta alla Croda da Lago a Cortina d’Ampezzo, estate 1966, ultima scalata dell’autore del Deserto dei Tartari. Al centro, sulla destra, con una giacca in lana grigia, mia madre Graziella, gennaio 2019, lei autrice del manifesto celebrativo del Carnevale di Viareggio. In basso, foto ricordo per Rolly con Walt Disney in America in pieni anni Cinquanta, l’incontro che avrebbe cambiato la sua vita.