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    Veleno

    I 50 Best hanno a cuore la cucina italiana più del governo Conte

    18 Giugno 2020

    Cosa unisce tra loro queste nove associazioni: Lee Initiative’s Restaurant Reboot Relief Program, Usa; Black Urban Growers, Usa; Nosso Prato, Brasile; Eat Out Restaurant Relief Fund, Sudafrica; National Restaurant Association of India’s Feed the Needy campaign, India; Horeca Next, Belgio; Singapore Cocktail Bar Association, Singapore; Chefs for Spain, spin off spagnolo di World Central Kitchen, e gli Ambasciatori del Gusto in Italia? Sono stati scelti da The World’s 50 Best Restaurants per un programma di aiuti alla ristorazione del pianeta intero.

    I dettagli più avanti in questa stessa newsletter. Certo che per chi crede nell’operato degli Ambasciatori, e io non posso non essere tra loro visto che sono tra i soci fondatori, è una gran bella soddisfazione. Se le parole stanno a zero, questo è un fatto preciso e molto importante perché arriva da una organizzazione straniera, inglese per la precisione.

    I 50 Best, ma anche la S.Pellegrino, ha capito una cosa che io pensavo fosse scontata, che per essere capita non richiedesse un cervello da laureato ad Harvard: chi vive il mondo dell’alta ristorazione, di una cucina ad alto tasso di artigianalità e intelligenza deve impegnarsi perché questo mondo non sia pesantemente ridimensionato dalla pandemia. Guai si tornasse a una cucina poco più che di sostentamento, di un tot al chilo perché conta soprattutto nutrirsi, di piatti strapieni e a pochi euro, a quel famigerato parlare di prezzi onesti senza quasi mai ragionare di costi e di ricavi.

    Certo che per noi italiani è il colmo: i nostri ristoranti di qualità stanno più a cuore a un organizzazione con base a Londra e a una multinazionale dell’acqua che al nostro governo. Purtroppo quei ministri che avrebbero voce in capitolo, e con loro il presidente del consiglio Giuseppe Conte, dovrebbero arrossire dalla vergogna, ma se così fosse si sarebbero comportati diversamente e io ora avrei ben altra reazione. Siamo alle briciole quando la cucina italiana meriterebbe ben altra considerazione da chi sta in alto e decide le sorti di un Paese.

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