C’è chi ha vissuto la quarantena passivamente, e adesso che le attività più o meno riprendono non sa bene cosa fare, e chi l’ha sfruttata per pensare agli scenari prossimi venturi, i suoi prima di tutto, e ora riparte lancia in resta aggredendo l’orco Covid e tutti gli uccelli del malaugurio che si trascina dietro.
I primi, stelle o non stelle, sono fermi all’8 marzo, a quando chiusero l’Italia, i secondi sanno che siamo arrivati a giugno, vivono nel presente con un piede già nei giorni a seguire. Lo capisci fin dalla voce di chi vede soprattutto nero, è moscia, sonnolenta, parole trascinate e alternate a sospiri da povero me. La voce dei secondi ha un timbro netto, frasi e concetti sono scanditi bene, è un piacere ascoltarli e viverne le mosse.
E’ il caso, non il solo, quest’ultimo di Massimo Bottura e del progetto Francescana declinato in Modena. L’Osteria ha riaperto martedì 2 giugno, festa della Repubblica, soprattutto la festa di chi davvero crede nell’impegno e nel fare impresa, nel rispetto e nel generare economia. Non è certo la ricorrenza di chi campa di sussidi statali, di chi vive (ma è poi vita?) aggrappato al Pantalone di turno, di chi si riconosce in politici inetti, mai pronti ad assumersi responsabilità.
Al 22 di via Stella è come vi fosse una centrale di energia pura. Non è la sola: «Avete visto cosa ha fatto di importante la famiglia Cerea a Bergamo?», ti ricorda il modenese. Entri e non saluti più Frankie, la guardia giurata spostata…
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