Siamo tutti chiusi a casa in quarantena e tutti speriamo duri il meno possibile, salvo fare mentalmente i conti, forzatamente spannometrici, per ipotizzare quando finirà. Il 3 aprile no di certo, almeno non per Milano dove vivo e tanto nord con essa. Poco prima di Pasqua, che celebreremo domenica 12 aprile? Temo nemmeno perché vorrebbe dire tutti ovunque e, tale l’indisciplina di troppi, non possiamo permettercelo a livello contagio. Qualche giorno dopo? Ecco, io me lo auguro. Una sorta di semilibertà vigilata, di giorno all’aria aperta e dopo il tramonto a casa.
Intanto tutti cerchiamo di tenere la mente viva e il corpo anche. Ma facendo cosa? A me ha colpito una foto di Niko Romito pochi giorni fa perché l’ho vista in un momento di totale relax mentale, cosa rarissima per me. Potevo essere ovunque, non stavo nemmeno pensando agli effetti devastanti del coronavirus ovunque nel mondo.
Niko in questo scatto, che potete trovare facilmente nella sua pagina di Instagram, regge un cartello con sopra scritto: «NON SO CUCINARE A CASA». Bene a sapersi, ma è davvero importante saperlo? Sì, per la formidabile carica ironica racchiusa in quelle parole. Con il 90 per cento dei suoi colleghi che, serrati i ristoranti, hanno acceso i fornelli di casa, è bello vi sia chi rimane chef e non diventa cuoco casalingo. E’ un altro mestiere e non tutti, viste le loro storie nei social, sanno farlo bene. Meglio spesso la signora Maria.
Però Niko ci deve una ricetta perché in una immagine successiva ha mostrato un altro cartello: «IO NON METTO LE UOVA NEL POLPETTONE». Sono subito andato con la memoria al polpettone di mia madre quand’ero ragazzo e mi sono domandato se lei lo metteva. Non lo ricordo, ma penso di no. Ma lui, come fa il polpettone? Ce lo deve dire a questo punto. Anche perché gli chef chef no, ma noi cuochetti è giusto che si cucini a casa.