Segnatevi questa data per favore: giugno, martedì 2 giugno 2020. Ad Anversa verrà rilevata la classifica dei primi 50 ristoranti al mondo, la World’s 50 Best Restaurants orfana di tanti grandi, su tutti Massimo Bottura e Mauro Colagreco (nella foto) Daniel Humm e Joan Roca. Vinto tutto, è stata creato per loro il club dei Best of the best e non possono più essere votati. Vincerà il nuovo Noma di René Redzepi e chissà quanto sorrideremo noi italiani. A Singapore 2019 poco.
L’appuntamento nella capitale delle Fiandre è stato annunciato ieri a Parigi, a un 50 Best Talks che, al Musee du Quai Branly, ha segnato un momento importante dopo tutti i problemi tra la manifestazione, casa madre a Londra, e la cucina transalpina, sempre nelle retrovie ma prima quest’anno grazie a Colagreco, il meno francese tra tutti gli chef francesi.
Sono saliti via via sul palco Mauro, essere dei numero uno comporta anche degli onori e non solo pressioni, quindi, tutti assieme, Yannick Alléno, Bertrand Grébaut, Romain Meder e Alain Passard, accanto al collega di Mentone. Quindi altri due assolo, da Sud e Nord America: la brasiliana Manu Buffara e lo statunitense Dan Barber.
Ho faticato a capire che Eric Brunet, moderatore del panel a più voci, non scherzava affatto nell’esaltare la grandezza della cucina del suo Paese. Pensavo scherzasse, invece era convinto di quando diceva, lui autore legato alla destra. Un hashtag per lui? #primalacucinafrancese, sempre e ovunque.
Tante le frasi e i pensieri che hanno lasciato un segno. La domanda del giorno l’ha posta Fulvio Zendrini chiedendo dove fossero le donne, intese come chef. Panico sul palco e agitazione tra la stampa in platea perché tanti avevano pensato che una Anne-Sophie Pic poteva accomodarsi tra i relatori.
La frase più importante? Di Colagreco: «Non stiamo parlando di nazionalismi, bensì di umanità». Concetto che fa a botte con tanti sovranismi della nostra vecchia Europa.
Il piatto più buono? Di Adeline Grattard: Wonton di maiale e gamberi in brodo vegetale. Ma non li ho assaggiati tutti, a differenza dei dolci. Uno su tutti: il panino caramellato al gelato alias una versione alta del Tropézienne glacée tipico di St. Tropez firmato da Yann Couvreur.